in Cronache 30 aprile 2016
Primavere e Autunni, il fumetto documentario “va a scuola”
Il 23 aprile, presso la Sala Incontri Cartoni Magici del Napoli Comicon, si è tenuto l’incontro di presentazione di Primavere e autunni, fumetto di Ciaj Rocchi e Matteo Demonte edito da Beccogiallo (qui la nostra recensione).
In apertura, Demonte ha sottolineato l’importanza delle narrazioni biografiche e autobiografiche come Primavere e Autunni e il valore di case editrici come Beccogiallo, caratterizzate proprio dal concreto impegno civile.
La presentazione ha immediatamente preso la forma di incontro di scambio interculturale. A questo proposito, emblematica la frase di Demonte: “studiare cinese ti trasforma, la cultura cinese ti plasma”.
Demonte ha invitato il pubblico alla (ri)scoperta delle comunità (o colonie) cinesi in Italia, spesso figlie di una storia tanto complessa quanto antica e affascinante. A questo proposito è intervenuta anche Sara Cotugno, dell’associazione Cidis Onlus, con una serie di spunti di riflessione sul tema dell’immigrazione e sulla necessitò della “memoria”, del “bisogno dei cittadini stranieri di raccontare e raccontarsi” e anche una curiosità: i cinesi sono presenti a Napoli dal 1724.
Interessante anche l’intervento di Luca Chen, un ragazzo cinese di terza generazione, cresciuto a Bologna, che ha raccontato il suo percorso di avvicinamento alla propria cultura “materna”, alle sue radici. Un’esperienza diversa, ma paragonabile al racconto del signor Wu, il nonno di Demonte, arrivato in Italia negli anni ’20.
Lo scambio interculturale proposto da questa prima parte dell’incontro è diventato “interattivo”, lasciando spazio a una presentazione-premiazione. Per una serie di ragioni, intrinseche alla natura del racconto-documentario realizzato da Rocchi e Demonte, Primavere e Autunni è stato infatti selezionato come “oggetto di studio” dagli studenti di alcune scuole di Pozzuoli, con l’obiettivo di lavorare sulla narrazione mimetica, alla ricerca de “La Pagina che non c’era” (questo il nome del progetto – inserire link- che da un anno ha coinvolto anche l’ambito grafico, inserendo il premio per la “Tavola che non c’era”).
Le scuole di Pozzuoli hanno “adottato” dunque il fumetto, lavorando a fondo sui testi, elaborando infine un’ipotetica tavola mancante, che potesse inserirsi in maniera organica nella narrazione del fumetto. L’arduo compito di Rocchi e Demonte è stato quello di scegliere, tra le numerose tavole inviate, quella più coerente al proprio lavoro. Dopo la premiazione della giovane vincitrice Lucia Gambardella, le quattro tavole finaliste sono state presentate e ai ragazzi è stato lasciato lo spazio per illustrarle.
Prima dell’arrivo degli studenti e delle loro insegnanti, ho avuto l’opportunità di scambiare qualche parola con gli autori, i quali hanno voluto sottolineare l’ambiziosità del progetto “La pagina che non c’era” e il ruolo che il loro lavoro ha assunto negli ambienti della cultura e dell’istruzione. Il 22 aprile si è tenuta infatti una conferenza presso l’Università Orientale di Napoli ma, raccontano, non è certo la prima volta che Primavere e Autunni viene preso come spunto per raccontare storie di immigrazione e appropriazione culturale (gli autori citano anche l’interesse del Corriere che ha recensito il lavoro in anteprima il 24 settembre).
L’opera era stata concepita fin dall’inizio come un progetto ambizioso, anche da un punto di vista mediatico: di recente, conferma Demonte, i diritti del fumetto sono stati venduti per la realizzazione di un cartone animato ed già è stato prodotto un testo interattivo, scaricabile su iTunes.
Colpisce dunque l’estrema attenzione degli autori a rendere la propria opera non solo fruibile a più livelli, ma anche “utilizzabile” concretamente come oggetto di scambio (culturale) e accrescimento personale.