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Primavere e autunni

 RECENSIONE
 Autori: Ciaj Rocchi – Matteo Demonte, Editore: Beccogiallo, Anno di pubblicazione: 2015

Sei un avido mangiatore di ravioli al vapore ed involtini primavera ma non sai quale sia stato il primo ristorante cinese di Milano? Sei un assiduo frequentatore di Via Paolo Sarpi e dintorni ma non hai la più pallida idea del perché questa zona sia sotto il segno del dragone da diversi decenni?

Girando fra gli stand di Bookpride lo scorso weekend ho trovato queste risposte e molto altro all’interno di Primavere e autunni, che con le sue splendide illustrazioni e la sua semplicità narrativa porta alla ribalta una pagina di storia poco conosciuta.

Sei pronto per scoprire le origini della nostra Chinatown?

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C’erano una volta una valigia, una cravatta e una cipolla…

Ciaj Rocchi e Matteo Demonte raccontano la Milano del primo Novecento, dove Wu Li Shang arriva nel 1931 da uno sperduto villaggio della Cina.Ha26 anni, una valigia ed un foglietto che lo porta dritto in Via Canonica, nel cuore del cosiddetto burg di scigulatt che deve il suo nome ad un certo ortaggio…se per te il dialetto milanese non è ostrogoto, farai poca fatica ad indovinare quale. In questa zona popolare fatta di case di ringhiera, cortili e laboratorisi è già stabilito negli anni Venti un primo nucleo di cinesi che si guadagna da vivere grazie alla vendita ambulante di bigiotteria e cravatte. Anche Wu si lancia in questa attività e tutto sembra andare per il meglio, ma manca ancora qualcosa nella vita di questo giovane scapolo. Galeotto è il bucato, che gli fa conoscere la giovane sarta-lavandaia Giulia: i due si sposano nel 1938 nella chiesa della S.S. Trinità. Il loro è uno dei primi matrimoni fra un cinese e un’italiana e viene presto allietato dalla nascita del primogenito Luigi, seguito da Angelo e Luciana.

Nel frattempo il commercio di cravatte si trasforma in una vera e propria impresa grazie all’abilità sartoriale di Giulia e all’aiuto della comunità cinese: l’iniziale produzione di pelletteria e borse viene poi ampliata per rispondere alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Già, perché le vicende di Wu e della sua famiglia si svolgono parallelamente a quella di una città che sta cambiando volto decennio dopo decennio: dall’inaugurazione della Stazione Centrale alle leggi razziali, dai terribili bombardamenti ai giorni della Liberazione, il libro riporta alcuni avvenimenti salienti della storia di Milano, specchio di un’Italia intera che si sta faticosamente rialzando dopo la seconda guerra mondiale.

Gli anni Cinquanta e Sessanta rappresentano l’apice del successo sia per l’attività imprenditoriale di Wu che per l’intera città. L’innovazione di aziende come la Pirelli, il successo della Rinascente, la costruzione dei primi grattacieli, l’apertura della linea rossa restituiscono nuovo smalto ad una metropoli in pieno boom economico. Nel 1962 apre il primo dei numerosissimi ristoranti cinesi in città, che diventano preziosi luoghi di aggregazione per la famiglia di Wu e per l’intera comunità cinese di Milano. Dopo averti svelato il quando, ti lascio scoprire il dove direttamente fra le pagine del libro.

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Tutto questo benessere è però destinato a non durare ancora a lungo. Milano è scossa dalle contestazioni studentesche e dalla strage di Piazza Fontana, a cui si aggiunge la crisi economica degli anni Settanta. Allo stesso tempo la primavera della vita di Wu si sta tristemente concludendo: l’impresa subisce i duri colpi della concorrenza e la difficile situazione politica della Cina gli rende impossibile un ultimo saluto alla madrepatria. La nebbia che avvolge la città diventa la metafora visiva dell’autunno di Wu: sempre più nostalgico e disilluso a causa dei sacrifici di una vita svaniti nel nulla, inizia piano piano a distaccarsi dalla metropoli cui ha tanto amato “il rumore dei passi cadenzati sui marciapiedi, le carrozze sulle strade, le chiacchiere delle belle signore” scegliendo di isolarsi nei circoli frequentati dai suoi connazionali.

Il destino di Wu si sta compiendo, ma la sua storia rimane viva grazie al lavoro certosino del nipote Matteo e di Ciaj Rocchi. La consultazione di archivi, la ricerca di foto d’epoca, la raccolta di numerose testimonianze dirette fra cui quelle di Giulia, Angelo e Luciana hanno come risultato un libro davvero insolito e meritevole di attenzione.

Primavere e autunni è una storia corale, paragonabile alle scatole cinesi che si possono inserire una dentro l’altra: la situazione storico-politica della Cina, i cambiamenti della città di Milano e la biografia di Wu diventano un tutt’uno inscindibile. Tre diverse trame si intessono e diventano l’ordito di un destino che per varie ragioni fa in modo che il nostro eroe si stabilisca in modo definitivo proprio qui e non in un’altra città. Le postfazioni di Matteo, Ciaj e Angelo spiegano molto bene tutto questo, mentre il saggio del sociologo Daniele Brigadoi Cologna fornisce un inquadramento storico del fenomeno migratorio cinese in Italia ricostruendone le cause e le problematiche.

Penserai a questa storia davanti al prossimo involtino primavera? Ti aspetto nei commenti…

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